27 marzo 2020

Bis!

Con un pizzico di ritardo (la vita ha il pessimo vizio di intromettersi nei programmi fatti con tanta cura...) anche il secondo appuntamento virtuale con le Amiche è andato a buon fine.

Alla faccia del distanziamento sociale ci vediamo in faccia più ora di quanto non abbiamo fatto in precedenza quando, pur non essendoci impedimenti agli incontri, causa distanza geografica ci vedevamo meno di frequente.

E poi non lamentiamoci: se il nostro unico problema è una quarantena forzata ma stiamo bene e le nostre famiglie sono al sicuro oggi come oggi siamo i privilegiati.

Ma tornando al meeting a parte le chiacchiere di rito, che non vi interessano di certo, passiamo ai lavori "scambiati" virtualmente. 

Questa volta inizio con le mie ATC (Artist Trading Cards) che per chi non le conoscesse sono fondamentalmente "qualsiasi cosa vi piaccia fare con qualsiasi materiale o tecnica, purché fatto per essere scambiato e della misura di un biglietto da visita/carta di credito". Chiara come esposizione, vero? 

Le misure standard sarebbero 2,5" x 3,5" (ovvero 6,35 x 8,89 cm - ad essere pignoli tipo Monk). 

Le mie, questa volta, hanno colori un po' fuori dalla mia comfort zone dato che normalmente ODIO l'arancione. Ma dava un po' di vita sotto i toni grigi dei micetti, composti con parti di una fustella comprata su Aliexpress un annetto fa e mai usata. 

Lo sfondo è un vecchio timbro Hero Arts che ho smontato perché era di quelli con il blocco in legno e che ora, finalmente, posso tornare ad usare anche con la Misti, complice un bloccotto di materiale fatto apposta per usare i timbri in sola gomma senza impazzire con biadesivi, colle o rotolini di scotch.

Magari ve ne parlerò nel prossimo post, con foto ed esempi

Sono stati adottati il micino in alto (che andrà a casa di Monica) e il tigratino (che terrà compagnia a Laura). A me resterà il bianco maculato che sono sicura andrà d'accordo con la mia tribù di cinque gatti in carne, ossa, pelo (tanto) e artigli (affilatissimi).


Poi, dato che avevo voglia di provare gli acquerelli Gansai Tambi ho fatto tre di queste signorine.

Nulla di sensazionale ma almeno ci ho provato.
Laura (andiamo sempre in ordine alfabetico) questa volta ha preparato una scenetta d'amicizia colorata, magistralmente come al solito, con i pennarelli acquarellabili Zig Clean Color.

Mi piace come è riuscita a mischiare colori freddi e caldi e comunque mantenere tutto organico e gradevole!

Laura ha questa capacità, l'ha sempre avuta: un istinto naturale per i colori e gli accostamenti e un dono nel combinare elementi che io ho spesso scartato e lei invece raccolto, trasformandoli in qualcosa di inaspettato e bellissimo, una fenice che rinasce dalle ceneri di un mio "fallimento".

Vi faccio notare l'aggiunta di particolari in penna gel bianca nei punti che sarebbero naturalmente curvi per accentuare un'idea di tridimensionalità dell'immagine. Tutte le volto lo noto e mi dico "la prossima volta lo farò anch'io", poi me ne scordo regolarmente. Pazienza, l'età avanza e le funzioni cerebrali ne fanno le spese.


Monica invece ha composto questa ATC con un meraviglioso fiore sfumato nei toni del rosa shocking che, anche se tutto nell'angolo in basso a sinistra, è perfettamente bilanciato dalle scritte in alto a destra, che ripristinano il "peso" dell'immagine. 

Avete notato come la parte più intensa e profonda del fiore sembra irraggiarsi dal centro verso l'esterno in linee sottili e di diverso peso e lunghezza? Ecco, a me danno l'impressione delle venature carnose che sono caratteristiche delle magnolie, specialmente nei fiori color panna della varietà sempreverde, immersi nella sontuosità delle fitte foglie di un lucido verde scuro.

Segue momento intimista, che potete allegramente saltare se non vi va di leggerlo!

Da piccola, al paese dove passavo l'estate, ce n'erano tante di magnolie sempreverdi sul lungolago. Noi bambini raccoglievamo le foglie che cadevano e si seccavano perché nel processo i bordi si restringevano e le foglie, ormai color legno, si incurvavano come barchette che noi poi portavamo sulla riva e affidavamo alle brezze del Lago Maggiore.  Le guardavamo allontanarsi un po' e poi tornare da noi, spinte indietro dalle onde... Ci bastava veramente poco, allora, per divertirci.

Non c'erano tutti gli stimoli di adesso che probabilmente rendono la mente dei bambini più reattiva ma non li abituano ai momenti di silenzio e inattività che noi conoscevamo. Eravamo dei terremoti anche noi, tra i miei amici non c'erano di certo filosofi asceti, ma sapevamo affrontare le giornate di pioggia e i periodi di solitudine senza bisogno di intrattenitori che ci riempissero le giornate.

I bambini di oggi, purtroppo per loro, sono costretti dalla pandemia a venire a patti in maniera forzata con la solitudine e l'inattività che non sono abituati a gestire e probabilmente anche per questo per loro è molto più dura di quanto forse sarebbe stato per noi... i loro cervelli sono sempre all'opera alla velocità imposta dagli stimoli, i nostri avevano meno spunto ma avevano la ridotta per i tempi di pausa.

...fine del bla-bla-bla esistenziale.

Ad ogni modo anche il meeting virtuale di questa settimana è stato un successo. Appuntamento a mercoledi!

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